TifoToro - Attimi di eternità Granata

Il GRANDE TORINO: dalla Storia alla LEGGENDA, 4 maggio 1949

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view post Posted on 29/1/2021, 14:51
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Ammiraglio della Tortuga Granata

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È stata istituita dalla Regione Piemonte la data della memoria per ricordare il Grande Torino: il 4 maggio, ovviamente.
Sotto alcuni stralci delle dichiarazioni dell'assessore regionale allo sport (Fabrizio Ricca) tratti dall'articolo di Toronews:

“Non potevamo esimersi da compiere un ennesimo tributo al Grande Torino e battersi perché il suo ricordo diventasse una occasione ufficiale”

“C’era bisogno che la Regione Piemonte mettesse per iscritto che il 4 maggio è la giornata dedicata alle leggende granata? Forse no, perché il ricordo di quella storia è impresso indelebilmente nel cuore di ogni sportivo ma, contemporaneamente, la Regione non poteva nemmeno esimersi dal compiere un ennesimo tributo al Grande Torino e battersi perché il suo ricordo diventasse una occasione ufficiale”

 
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view post Posted on 10/2/2021, 20:53
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Capitano di convoglio

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CITAZIONE (@Merking @ 29/1/2021, 14:51) 
È stata istituita dalla Regione Piemonte la data della memoria per ricordare il Grande Torino: il 4 maggio, ovviamente.
Sotto alcuni stralci delle dichiarazioni dell'assessore regionale allo sport (Fabrizio Ricca) tratti dall'articolo di Toronews:

“Non potevamo esimersi da compiere un ennesimo tributo al Grande Torino e battersi perché il suo ricordo diventasse una occasione ufficiale”

“C’era bisogno che la Regione Piemonte mettesse per iscritto che il 4 maggio è la giornata dedicata alle leggende granata? Forse no, perché il ricordo di quella storia è impresso indelebilmente nel cuore di ogni sportivo ma, contemporaneamente, la Regione non poteva nemmeno esimersi dal compiere un ennesimo tributo al Grande Torino e battersi perché il suo ricordo diventasse una occasione ufficiale”


era ora !!! <3
 
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view post Posted on 4/1/2022, 08:00
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Ammiraglio della Tortuga Granata

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Una nuova iniziativa per agevolare chi si reca a Superga per omaggiare il Grande Torino

Sotto la foto il link per firmare la petizione:

IMG_20220104_065434

Per firmare clicca
👉 QUI 👈
 
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view post Posted on 31/3/2022, 13:47
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Salerno ricorda gli Invincibili.

Da PaperboySalerno.it
L'articolo 👉 QUI 👈


Grande Torino:
nuovo splendore per la lapide al Vestuti.
di Renzo Palla


L’avvenimento di sabato è l’incontro di calcio tra Salernitana e Torino che si ritrovano dopo 74 anni cioè nel lontano 1948. Le due squadre hanno gli stessi colori sociali cioè il granata, e la squadra campana ha un un ex di turno in panchina, l’allenatore Davide Nicola.

Nel 1948 nel Torino militava Vantino Mazzola che era il perno principale della squadra più forte d’Europa. Dopo una partita amichevole con il Benfica, il 4 maggio del 1949, persero la vita tutti i componenti della squadra, era allora il grande Torino, a seguito di un disastro aereo nella tragedia di Superga. Perse la vita anche il giornalista salernitano Renato Casalbore (fondatore del giornale TuttoSport, alla cui memoria è dedicata la piazza dove sorge il Vestuti). Su iniziativa di Rino Avella, consigliere comunale e Presidente della Commissione Sport, la targa commemorativa presente al Vestuti dal 24 maggio del 1949 sarà rimessa a nuovo, e le due squadre potrebbero accordarsi per portare un fiore sulla lapide sita all’interno dello stadio Vestuti, per un momento di preghiera e di ricordo per le vittime di Superga, e perché no per creare un gemellaggio fra tifosi locali e ospiti, due squadre unite dallo stesso colore, il granata.
 
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view post Posted on 31/3/2022, 17:43
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Timoniere

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Il Grande Torino nel cuore sempre.
Per sempre.♥️📯
 
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view post Posted on 4/5/2022, 10:02
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73° Anniversario dei nostri Eroi.
In trasferta con tanti grandi del passato.

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view post Posted on 4/5/2022, 11:22
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Ammiraglio della Tortuga Granata

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Dal Sito di Fanpage un video recentissimo, affinché anche i giovani di oggi possano sapere e ricordare:



 
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view post Posted on 4/5/2022, 15:39
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Ammiraglio della Tortuga Granata

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Un bell'articolo dal Blog del fatto.
Un caloroso grazie all'amico Roberto che me l'ha inviato.

Da Il Fatto Quotidiano


Superga, Torino e Cagliari sono legate da un destino fraterno e ineluttabile
di Ilaria Muggianu Scano

La tragedia che cambiò per sempre il volto del calcio, non soltanto italiano, avrebbe potuto essere evitata se il destino non avesse giocato a dadi, bendato. Un’amichevole tra Torino e Cagliari, concordata dall’agosto del 1948, tra i due presidenti, Ferruccio Novo per il Torino ed Emilio Zunino per i rossoblu, venne più volte rimandata, fino all’inevitabile. A darne notizia una testata coeva, Sardegna Sport del 14 marzo 1949, che titola: “Il Torino a Cagliari il 4 maggio”. Leggerne oggi fa gelare i polsi.

L’Italia arranca nella lenta ricostruzione del secondo dopoguerra, i granata sono simbolo di speranza e ripresa, assieme a Coppi, Bartali e gli olimpionici del ’48. Riporta lo storico articolo: “Secondo le ultime notizie ci risulta che i dirigenti del Cagliari avrebbero raggiunto l’accordo per far disputare l’annunciato incontro tra i rossoblu cagliaritani e i campioni granata”. Perché i dirigenti cagliaritani proposero con decisione proprio la data del 4 maggio? Per i sardi di allora e di oggi i primi giorni maggesi hanno una forte carica simbolica, si tratta del giorno in cui il simulacro di Sant’Efisio, martire cristiano a cui la Sardegna ancora tributa particolare devozione, fa rientro nel capoluogo di Cagliari in seguito alla processione verso i luoghi del martirio, il 3 maggio, nel suggestivo scenario di Nora, denso di simbologia identitaria per l’isola e profondamente connotato storicamente.

Insomma niente venne lasciato al caso, per lo meno fino all’inevitabile. Tra i maggiori sostenitori dell’amichevole fu Ernest Egri Erbstein, il mister ebreo scampato al lager nazista, ma che morirà nel tragico incidente di Superga e che visse a Cagliari tra il 1930 e il ’32, anni in cui allenò la squadra. Uno degli inediti intermediari fu Peppino Deiana, ricco commerciante di pelli di Selargius, che per affari si trovava spesso a Torino e non tardò a intessere rapporti d’amicizia di buona parte dei campioni granata. Profondamente addolorato per la perdita, Deiana si recò alla redazione di Sardegna Sport, all’indomani del disastro aereo, consegnando un voluminoso faldone che custodiva lo scambio epistolare con gli sfortunati amici presto entrati nel mito.

Tra le testimonianze scritte il carteggio con Mazzola, Maroso, Menti e altri compagni che scrivevano soprattutto dalle trasferte. Tra le lettere più toccanti quella scritta a poche ore dalla tragedia, proprio dalla città di Lisbona, dove il Grande Torino sfida il Benfica. L’amichevole con il Cagliari saltò per l’impossibilità di Ferreira, capitano della nazionale portoghese, di rinviare l’addio al calcio. Quel che rimase confermato era invece il soggiorno a Cagliari nei giorni immediatamente successivi: “Deiana, come anticipò ai giornali, avrebbe avuto come ospiti i calciatori del Torino, suoi fraterni amici, presso la sua villa. Aveva organizzato ogni cosa. Due settimane con battute di caccia grossa, uscite e visite nei maggiori centri sardi ma anche nella Sardegna più silvestre e fuori dai circuiti turistici. Mare, spiagge e molto altro”, racconta lo storico della Società Italiana di Storia dello Sport Mario Fadda.

Il club rossoblu in quel periodo è appena retrocesso in C, ma il rapporto con il Torino è consolidato; sono nell’isola, in prestito, tre promettenti granata del settore giovanile, i mediani Armando Segato ed Ezio Ronzi e il difensore Ferdinando Terzolo. Cagliari e Torino stretti da un destino fraterno, fatale e ineluttabile.

Potete leggere l'articolo anche nella sezione blog del Fatto Quotidiano, cliccando
👉QUI👈
 
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view post Posted on 3/10/2022, 17:24
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Gran'Ammiraglio della Toruga Granata

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Non tutti sanno che l'atterraggio doveva avvenire nell'aeroporto di corso Marche e non a Caselle (militare)… criminale comunque il responsabile delle rotte che non prevedeva l'aggiramento della collina!
 
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view post Posted on 2/9/2023, 11:24
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Ammiraglio della Tortuga Granata

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Un bellissimo paragone e tributo in questo scritto sul sito Clarin.
Dopo il link, dove potrete vedere immagini e video, tutto l'articolo a firma Iglesias Waldemar.

Per vedere la pagina del sito cliccare 👉 QUI 👈

Un ringraziamento particolare ai fratelli granata di TOROMIO che hanno condiviso l'articolo



El Messi de los años 40: Valentino Mazzola, una historia de fábula y de tragedia
Era el mejor jugador del mejor equipo de su tiempo, el Torino de Italia. Murió en una tragedia aérea


Dal sito CLARIN
di Waldemar Iglesias


La belleza elegida y ofrecida en dolor perpetuo. La hélice, casi lo único que quedó del avión de la tragedia, cuenta una ausencia. Allí, en la zona del viejo Stadio Filadelfia, en Turín, ese monumento breve es el retrato lacónico de uno de los más estupendos equipos de todos los tiempos: Il Grande Torino de los años 40. El estadio, escenario de tantas jornadas de aplausos y consagraciones, estuvo en desuso desde 1963 hasta su demolición en 1998. Y más allá de sus varios emprendimientos truncos de reconstrucción continúa siendo una referencia de aquellos tiempos de brillos que ya no están.

Es también, claro, un motivo de añoranza para los grandes cracks de aquel tiempo, como el notable Valentino Mazzola, el Messi de esos días. El accidente aéreo de 1949 se devoró a aquel equipo. El avión regresaba a Italia tras un partido en Lisboa frente al Benfica. Ganaban todo lo que jugaban: cinco Ligas consecutivas desde 1942 hasta 1949, clásicos contra la Juventus, amistosos... Sólo la Segunda Guerra evitó -por la suspensión del calcio entre 1943 y 1945- que fueran más los Scudettos sucesivos. Un dato contaba la jerarquía de aquel equipo: diez de los 11 titulares del seleccionado italiano pertenecían al Torino.

La pregunta invariable que continuó a la tragedia todavía escucha respuestas y aproximaciones: si no se hubiera caído aquel avión, ¿qué habría pasado en el fútbol del mundo? El periodista Jaime Rincón escribió alguna vez en el diario Marca: "Son muchos los que apuntan que si la historia de aquel equipo no hubiera terminado de manera repentina hoy quizá no existiría el 'catenaccio. Puede que tampoco la Juve fuera el peso pesado que es actualmente en el Calcio.". No se trata de una exageración: quienes lo vieron y quienes lo contaron a través de los medios coincidieron. Aquel Toro era capaz de todo, incluso de hacer magia mientras arrasaba rivales. Y -dicen- también podría haber modificado la historia del fútbol tal como la conocemos.

Nadie sobrevivió al impacto
Pero el azar quiso que dos futbolistas no estuvieran allá arriba: el enorme Ladislao Kubala, quien estuvo a punto de firmar su contrato con el club en aquel momento y no lo hizo; y un tal Sauro Toma, un defensor procedente de La Spezia, que acababa de llegar al Torino. Contó aquel joven de 23 años alguna vez: "El míster, Leslie Lievesley, nos había dicho a Valentino Mazzola y a mí que nos cuidáramos de las lesiones antes de viajar. Mazzola no estaba bien del todo, pero podía jugar y viajó. Yo tenía problemas en la rodilla y el entrenador me aconsejó que me quedara en casa. Me sentí el hombre más desdichado de Turín. Todo el Torino viajó a Lisboa, y yo me quedé en casa, lesionado". A Mazzola el destino no lo quiso salvar.

Con ese Torino quedó enterrado un equipo exitosísimo, un mito y, también, Mazzola. Era el capitán, la figura, el ídolo, el goleador frecuente, la referencia inevitable. En una entrevista concedida en 2009 al diario El País, de Madrid, su hijo Sandro Mazzola -también destacado futbolista- contó a Valentino a 60 años del fallecimiento: "Mi padre tenía 30 años y yo seis y medio. No recuerdo nada. Mi cabeza olvidó todo lo que había vivido con mi padre. Todo menos su mano grande, en el centro de Turín, donde todos querían hablar con él. Me daba seguridad. Yo no entendía entonces por qué todos querían estar con él. Después supe que era una gran persona.

Agregó un detalle fundamental. La calidad de los videos de aquella época no es buena, pero tengo referencias de entrenadores campeones del mundo como (Ferruccio) Valcareggi y (Edmondo) Fabbri o jugadores como Boniperti, capitán de la Juve, que me dicen: 'El más grande de todos fue tu padre'. Era interior derecho. Pero, en realidad, jugaba por todo el campo. Siendo centrocampista, fue tres veces máximo goleador de la Liga. Era más o menos como Di Stéfano, un portento físico con una gran técnica. Yo esperaba ser como él, pero no pude. Yo era muy técnico en velocidad, pero menos fuerte".

Por entonces ni la tradicional revista France Football ni la FIFA entregaban el Balón de Oro al mejor futbolista del año. A Valentino le ofrecían adjetivos, aplausos y admiraciones que lo definían y lo legitimaban como tal: Era el mejor del mejor equipo. Sobre él se escribieron libros (como "Un uomo, un giocatore, un mito", de Renato Tavella) y se hicieron películas en las que se exhibe el significado y la influencia que él tenía en aquel contexto (como "Il Grande Torino", de Claudio Bonivento). Era más que el capitán de un equipo: resultaba también el símbolo de un grupo de futbolistas capaz de ofrecer alegrías tras las dolores de la guerra.

El periodista Jesús Camacho, en El Enganche, retrató a aquel Valentino y a aquel equipo estelar: "Aquel maravilloso conjunto tenía en Valentino Mazzola a su cerebro, capitán, organizador y gran goleador. Un futbolista muy inteligente, dotado de gran personalidad y que ofrecía cada año la extraordinaria cifra de 20 o 30 goles. El conjunto granata practicaba un fútbol muy ofensivo, en su alineación titular prácticamente no había defensas y solo Aldo Ballarin y Maroso se dedicaban a dicha labor. El guardameta Bacigalupo observaba desde su marco cómo los centrocampistas Castigliano, Martelli y Rigamonti lanzaban a los interiores Ezio Loik y Mazzola y a su vez los extremos Romeo Menti y Franco Ossola hacían mucho daño por los flancos y servían balones al magnífico centrodelantero Gabetto. Además tampoco podemos olvidar a los Schubert, Grava, Bongiorni..." Dicho de otro modo, Valentino también era el director de una orquesta impecablemente afinada.

Su curioso deseo de venir a jugar a Huracán​
Su deseo. Mazzola quería jugar en Huracán. Así lo contaba la revista Goles, en 1949.
Su deseo. Mazzola quería jugar en Huracán. Así lo contaba la revista Goles, en 1949.

Y en su recorrido hay un detalle que -a los ojos de este tiempo- parece inverosímil. En ese 1949 de la tragedia trascendió una novedad de asombro: Mazzola quería jugar en Huracán, cuando finalizara su camino de maravillas por el Torino.

Le fascinaba el fútbol argentino y le había agradado el Globo de Newbery, que en los días de la niñez de Valentino había sido el más campeón de los años 20. La revista Goles (ver "Imágenes") contó la anécdota: el crack italiano mandó una nota a la revista comentando su deseo. Y desde la redacción lo contactaron con el club de Parque de los Patricios. No se conocieron los pasos siguientes. Poco después, la tragedia se llevó al Messi de los años 40.
 
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