| Quest'anno tanti sono stati i lutti granata. Emiliano Mondonico, Sauro Tomà, Carla Maroso, Claudio... Sui siti granata sono tante le dediche, ho scelto questi da Noi Granata Un 2018 funesto per il popolo granata per la scomparsa di Mondonico, Carla Maroso, Sauro Tomà e purtroppo non solo loro …..
Tra marzo e aprile, è stato un periodo di funesto per il mondo granata. Emiliano Mondonico, Sauro Tomà e la vedova Maroso: nel giro di 19 giorni, tre figure di spicco hanno fatto piangere migliaia di tifosi. L’ex tecnico che portò il Toro nel 1992 a sfiorare la coppa Uefa ad Amsterdam se n’è andato il 29 marzo scorso al termine di una lunga malattia. Poi, in meno di una settimana, il 10 e il 16 aprile, altre due perdite, questa volta legate direttamente al Grande Torino: prima Sauro Tomà, ultimo sopravvissuto di quella squadra, poi la vedova Maroso, sposa di Virgilio. Don Robella li ricorderà tutti, oltre a omaggiare la memoria del suo predecessore, don Rabino, scomparso nell’estate del 2015. E poi ancora non vanno dimenticati Claudio Mazzetti che ha deposto le armi dopo una lunga malattia , Luciano Mariatti, Giovanni Gallo e Roberto Guazzo, i due tifosi tragicamente morti in tangenziale mentre rientravano a casa dopo aver assistito a Toro-Crotone, e di Mauro Pianta, giornalista di fede granata stroncato da un arresto cardiaco alle Molinette il 4 aprile scorso.
Il primo 4 maggio senza di te caro amico e fratello Claudio Non è nemmeno passato un mese da quando te ne sei andato.
La ferita è ancora fresca ed il dolore ancora vivo. Ci vorrà ancora molto tempo per lenirlo. Quando una persona cara se ne va, non è mai facile farsene una ragione, ma oggi 4 maggio, una data per noi molto importante e cara, vogliamo pensare ad una cosa che in un certo qualmodo prova a riempirci il cuore. Avremmo preferito tu fossi ancora con noi, ma chi meglio di te in questo giorno dovrebbe essere in mezzo a loro per sventolare il tuo bandierone. Avremmo preferito tu fossi ancora con noi, ma accidenti hai voluto fare le cose da grande granata, come tu sapevi fare da icona quale eri, perché con te oltre agli Invincibili ci saranno Emiliano, Carla e Sauro. Tutti insieme. L’hai pensata bene accidenti a te ….. Claudio….
Facci scherzare, non ce ne volere, ti immaginiamo che sorridi leggendo questo mare di cazzate che scriviamo. Ma è ancora troppo presto, tu è come se fossi ancora con noi. Noi che andiamo a sbirciare la tua pagina facebook che resta ancora più che mai viva ed animata da ciò che pubblicano quelli che ti hanno voluto bene e sempre te ne vorranno. E proprio in questo 4 maggio, vogliamo condividere ciò che l’anno scorso scrivesti. Un scritto dal cuore, come tu eri capace a fare ….
1964….. “Dai papà, ci stanno aspettando….andiamo” Scendiamo in cortile e saliamo sulla 600 color grigio topo, comprata due settimane prima, con una chilata di cambiali. Da Settimo si procede verso S.Mauro per poi arrivare in P.zza Modena e svoltare a sinistra, dove inizia la salita. Il babbo mi guarda e mi dice..”stavolta non devi piangere”. Ma lo dice che già anche lui ha la voce rotta dall’emozione…lui che quel giorno prese la bici e sotto la pioggia provo’ ad inerpicarsi, ma fu fermato dai vigili. “Va bene papà, ma ho paura di non farcela”. “Stai tranquillo Loro, anche se piangi, non si spaventano”. Saliamo piano piano, arriviamo a pian Gambino e la vediamo, li, avvolta nella nebbia, come quel giorno…. Io comincio ad avere il magone, la paura di non riuscire a trattenermi. Papa’ che guida, ma è taciturno, non il solito papà che mi fa tanto ridere e divertire. Io penso a Loro e immagino che stiano guardando quella macchinina che arranca sulla salita, per andare a trovarli. Si arriva al bivio, dove si svolta a destra e la strada diventa quella Comunale della Basilica di Superga. Niente da fare…..sento gli occhi diventare umidi e incomincio a pensare ad altro, per non piangere…ma è dura. Poi…poi arrivi sulla rampetta e ti appare Lei…e si parcheggia li sotto. Prima di scendere dalla macchina, papà mi tira su il bavero del cappottino e mi porge la bandierina del Toro, comprata la domenica prima al Comunale, arruffandomi i capelli. Piano piano, nelle nebbiolina mattutina, ci avviamo verso il piazzale della Basilica e vediamo intorno a noi tre o quattro persone che vedendo la mia bandierina, mi sorridono e mi danno dei buffetti, vedendo i miei occhi lucidi e dicendomi…” Brau…t’ses dal Tor”….io stringo più forte la manona di papà, orgoglioso della mia bandierina. Ci avviamo verso il retro della Basilica, in un silenzio assordante. Quando stiamo per svoltare, tiro la mano di papà e lo femo dicendogli… “Papà, ma saranno contenti di vederci?” “Certo che si Claudio, Loro aspettano sempre i tifosi, sopratutto i più piccoli, per non sentirsi soli”. E ripartiamo. Arriviamo davanti alla lapide, in una luce cupa e quasi buia. Vedo un signore che sta pulendo li intorno con una scopa. Ci siamo solo noi tre….questo signore si gira e, quasi scusandosi, ci dice… “Mi sposto subito cosi vi lascio tranquilli con Loro”. Poi vede la mia bandierina e le mie lacrime che iniziano a scendere copiose sulle mie guance, bagnandomi il bavero del cappottino, comprato alla Facis, e avvicinandosi, mi da una rosa quasi granata, che ha tolto dal mazzo di fiori che stava per depositare sulla lapide e mi dice.. “Dai, mettila tu questa rosa, mettila li vicino agli altri fiori”. Io guardo papà, che con gli occhi, anche i suoi belli lucidi, mi fa capire che posso farlo. Prendo la rosa e, con un timore reverenziale, mi avvicino alla lapide e, con tutta la delicatezza possibile, la poso vicino agli altri fiori. E rimango li, immobile, a leggere i nomi li scritti, con le mani di papà sulla spalla che, invece, li legge ad alta voce, ad uno ad uno. Ma quando arriva al nome di Valentino, si ferma e non riesce più ad andare avanti. Allora, l’altro signore, prende il suo posto e continua a leggerli tutti. Restiamo quasi dieci minuti fermi, in silenzio. Poi sentiamo arrivare altre persone e allora ci spostiamo di lato. Quel signore, si gira e salutandoci mi dice… “Sii sempre orgoglioso di quella bandierina e di questi signori”. Certo che si, sconosciuto signore. Certo che si.
Non ricordavo questa storia cosi bene. L’altro giorno parlando con papà, lui me l’ha ricordata nei minimi dettagli. Vorrei aver ancora incontrato quel signore, negli anni, per fargli vedere che adesso la mia bandierina è diventata più grande, il mio orgoglio di essere granata è sempre immutato, anzi è diventato smisurato… ma le lacrime sono sempre quelle,,, ogni volta che salgo al colle, anche se cerco di mascherarle. Non saliro’ alle 17.00….non mi piace cosa hanno fatto diventare una commemorazione. Salgo tantissime volte durante l’anno. LORO non si offenderanno se andrò fuori orario. E chissà se si ricordano ancora della mia bandierina, del mio cappottino, del mio babbo e di quel signore. Ciao signore….ovunque tu sia. Io ti immagino ancora con la scopa in mano…ma lassù….insieme a LORO. CIAO INVINCIBILI……claudio bulls Vi saluta ancora una volta. E scusate le lacrime……………..” CIAO GRANDE CLAUDIO !
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