| AUGURI BRUNO
Bruno Pasquale - Foto dal Web
Nasce il 19 giugno del 1962. Personaggio soprannominato O' Animale per la sua grinta agonistica — più volte tramutatasi in violenza—, caratteristica che gli fece collezionare in sedici anni di calcio italiano oltre cento ammonizioni, numerosi cartellini rossi e una cinquantina di giornate di squalifica e per la quale era anche apprezzato dai tifosi, i quali lo incoraggiavano ad interventi rudi. Durante il periodo granata è memorabile un derby contro la Juventus in cui fu espulso e, successivamente, squalificato per otto giornate per il suo impeto dopo l'espulsione. Per lui 74 presenze e una sola rete, ma in soli tre anni (1990-1993) ha conquistato il cuore dei tifosi
da Lacrime di Borghetti
In realtà Pasquale Bruno non era solo entrate e fallacci, era anche un gran bel difensore, lo dice chiaramente la sua carriera. Esordisce nel suo Lecce in serie B, dove rimane per 5 stagioni. Nel 1983 passa al Como, allenato da Tarcisio Burgnich dove otterrà la promozione nella massima serie. Rimane altre 3 stagioni in riva al Lario, collezionando 3 salvezze tranquille ed una semifinale di coppa Italia persa a tavolino contro la Samp, per colpa di un oggetto scagliato dagli spalti del Sinigaglia, durante i supplementari con il Como in vantaggio, sulla testa del direttore di gara Redini. Assoluto punto di forza della retroguardia comasca, nel 1987 arriva l'occasione della vita, Rino Marchesi ex allenatore dei lariani ed in quel momento alla Juve, decide di portarlo con se a Torino. in 3 anni di Juventus mette in bacheca una coppa Italia ed una coppa Uefa, e diventa uno dei pupilli di Dino Zoff(mister del dopo Marchese). A Torino sponda bianconera è ricordato soprattutto per la sua amicizia con Ian Rush, compagno di pub, che tornerà in Gran Bretagna poco arricchito dall'esperienza italiana ma con un buon bagaglio di parolacce salentine. Nel 1990 passa al Torino neopromosso in A. In granata Pasquale compie un vero e proprio capolavoro, nonostante arrivi direttamente dall'altra riva del Po, diventa in poco tempo un idolo della tifoseria. La sponda bianconera ha sempre amato i piedi felpati, le punizioni a foglia morta, la classe e infatti uno come Bruno non è mai stato pienamente capito. La tifoseria torinista invece ha sempre apprezzato di più, chi ha versato per la maglia: lacrime,sangue e sudore. Intendiamoci, al Torino di campioni ne sono passati tanti, ma il vecchio cuore granata ha pulsato sempre più per l'uomo piuttosto che per l'atleta. Bruno entra a far parte di una squadra composta da gente come "Rambo" Policano ed Enrico Annoni giocatori che non tirano mai indietro la gamba e che anzi la mettono anche quando non serve. Bruno,Policano e Annoni il Torino in quel periodo era più pericoloso della striscia di Gaza. E' un Torino meraviglioso, guidato da un enorme Emiliano Mondonico, un Torino che nei 3 anni di permanenza di Bruno, raggiunge risultati strabilianti, come il quinto posto e la qualificazione in Uefa il primo anno(la Juve arriverà sotto e non si qualificherà in Europa), la finale di coppa Uefa contro l'Ajax e la conquista della coppa Italia contro la Roma. E' proprio a Torino che Bruno diventa per tutti "O'Animale", è proprio al Torino che darà il meglio di se, non solo calcisticamente parlando. Il 17 novembre del 1991 compie un opera d'arte. Si gioca il derby della Mole, dopo appena 17 minuti di gioco per un entrata su Casiraghi, riceve il secondo giallo, Pasquale si trasforma in "O animale", non accetta la sanzione, il referto recita così:"Per aver, successivamente alla notifica del provvedimento di espulsione, dapprima chiesto al direttore di gara, in modo concitato, spiegazione sulla decisione disciplinare, e quindi, ignorando l' invito ad allontanarsi, cercato di avvicinarsi all' arbitro, in ciò impedito da un compagno che lo tratteneva a distanza di circa un metro e poi dal capitano della squadra che accorreva in aiuto; per aver poi reiteratamente tentato di liberarsi dei compagni di squadra con l' intento veemente carico di implicito quanto intenso significato minaccioso di riavvicinarsi al direttore di gara, obiettivo scongiurato da alcuni componenti della panchina del Torino che a forza lo bloccavano e a fatica lo portavano verso l' ingresso degli spogliatoi; per aver nel tragitto che lo conduceva fuori dal campo, ancora e più volte cercato di liberarsi dai compagni di squadra che lo avevano immobilizzato. Solo dopo due minuti e trenta secondi il gioco poteva riprendere".Non è facile rimanere dentro al campo per 2 minuti e 30 , quando squadra avversaria, compagni di squadra e terna arbitrale cercano di farti uscire, è un po' come rimanere in sella al rodeo, probabilmente è record mondiale. Morale della favola? otto giornate di squalifica(poi ridotte a 5). Una punizione esemplare e pesante, ritenuta dai più eccessiva. Si ha la sensazione che Pasquale Bruno paghi più per il nome piuttosto che per il fatto. Nella stessa partita Casiraghi riuscirà a far buttare fuori anche Policano che per un fallo di reazione gli stamperà la marca dello scarpino sulla tempia. Per "O animale" già non particolarmente amato dalla stampa è la fine. Basta prendere qualsiasi archivio di giornale, digitare il suo nome e cognome ed accorgersi quanto Bruno fosse mal digerito, soprattutto dopo la fine della sua parentesi juventina(e non credo sia un caso). Il 26 Febbraio del 1992 Pasquale è di nuovo protagonista, questa volta però nella parte della vittima. Quel giorno a Torino si gioca il ritorno dei quarti di finale di coppa Italia. Il Milan di Capello ha vinto per 2 a 0 l'andata disputata 2 settimane prima a San Siro. Marco Van Basten gioca in Italia dal 1987 e molto probabilmente conosce molto bene la cura "Bruno" ed evidentemente non è un estimatore. Intorno al 15esimo l'olandese era stato ammonito per proteste nei confronti del direttore di gara, si lamentava per i continui interventi di Bruno. Al 23esimo del primo tempo Maldini mette un pallone in area granata, Pasquale arriva prima di tutti e malauguratamente batte un incolpevole Marchegiani. Pasquale Bruno rimane per terra, disperato per l'autogoal, per Marco van Basten l'occasione è troppo ghiotta, il cigno di Utrecht si mette a gambe divaricate sopra Pasquale ed esegue un balletto che definire irrisorio è poco. Marco van Basten dovrà ritirarsi dal calcio a soli 30 anni e se è arrivato a 30 anni, deve ringraziare Fabio Capello,che un minuto dopo quello show, lo richiama in panchina inserendo Serena. Bruno lo ribattezzerà "Roger Rabbit", pur comprendendo il gesto del milanista e anzi elogiandolo, perchè quantomeno non è uno dei tanti attaccanti che provocano e sputano per una partita intera. Il 7 Febbraio del 1993 Davanti al neo presidente granata, il notaio Roberto Goveani, si disputa Torino-Brescia 19esima giornata di serie A. Nel Tunnel prima dell'ingresso in campo Pasquale si rivolge a Florin Raducioiu "Guarda che io oggi non ho voglia di correre" il rumeno non risponde, Bruno insiste " O ti comporti bene, o mi Incazzo sul serio", evidentemente Florin non ci fa caso, male, a fine primo tempo Raducioiu va via in dribbling, "O Animale" fa un entrata da codice penale, Squarcio fra tallone e tibia, 9 punti di sutura, 4 mesi di stop. Sarà la sua Ultima "Follia" in maglia granata. Dopo 3 anni, 74 presenze, 1 goal ed un coro dedicato a lui dalla maratona("Picchia per noi Pasquale Bruno"), Pasquale lascia il toro per approdare alla Fiorentina in serie B.
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