TifoToro - Attimi di eternità Granata

La nostra STORIA: I Personaggi ...

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<Leoncina>
view post Posted on 12/11/2013, 09:26




Fonte: Torinogranata.it

La fiction su Meroni, emozioni e strafalcioni

La Rai ci ha provato, ma probabilmente latitano gli storici del calcio, perchè la fiction su Gigi Meroni a livello di racconto è stata passabile, ben interpretata, leggera, non strappalacrime, dove è emerso più l'uomo del calciatore, ma proprio questo è stato un peccato, perchè sono mancate le immagini di repertorio che avrebbero dato quel pathos in più alla storia, e dire che i video dell'epoca sono tutti conservati nelle teche Rai, troppa fatica andarle a cercare? Un film che personalmente mi è piaciuto molto sul calcio è stato "Il mio amico Eric" di Ken Loach (mostro sacro del cinema), tifoso del Manchester United, che ha collegato benissimo una storia surreale alle più belle giocate di Cantona, vere, che hanno reso ilm film emozionante.

Non è facile fare film sullo sport, perchè gli italiani vengono sempre frenati dal romanticismo, che ci può stare in una storia sportiva, ma il telespettatore appassionato di sport vuole vedere le imprese. Il personaggio più azzeccato de "La farfalla granata" è stato Nereo Rocco, interpretato da Francesco Pannofino, che è un attore di alto livello. Alessandro Roja, colui che ha impersonato Meroni, è stato bravino, diciamo che è entrato nel personaggio, ma indubbiamente non aveva molto del calciatore nelle scene in campo (nonostante abbia sposato la figlia di Ranieri, Claudia) e poi gli occhi azzurri, quando Gigi li aveva color pece. Se andava bene l'attore nell'insieme, bastava usare delle lenti a contatto scure. Così come Giuseppe Fiorello, ottimo attore, non era assolutamente adatto ad interpretare Valentino Mazzola nella precedente fiction sul Grande Torino. Mazzola, lombardo, impersonato da un uomo dall'aspetto tipico del sud, non era credibile. Questi sono i dettagli che rendono grande o mediocre un film.

Dicevamo che non è facile fare i film sullo sport, quello più riuscito è stato il recente "Rush", ambientato nella F1 anni '70, incentrata sulla lotta al titolo tra James Hunt e Niki Lauda, eppure, nonostante abbia ricevuto tanti complimenti, si è risentito Arturo Merzario perchè non è stato citato come colui che per primo salvò Lauda dalle fiamme. Non si possono sbagliare dettagli come questi, perchè certi film rappresentano storie vere dove ci sono i reali testimoni ancora in grado di ricordare.

Il finale è la parte più bella del film su Meroni, dove viene evitato l'incidente e viene abbinata la bellissima canzone di Luigi Tenco "Ciao amore ciao" che fu l'ultima della sua carriera, quando, nello stesso anno della tragedia di Meroni, il cantautore alessandrino si suicidò a Sanremo. Però il calcio di rigore tirato contro la Sampdoria è pura invenzione e non ha senso, in una storia vera, inserire fatti inventati. Come mischiare le immagini di Torino nel periodo ancora genoano di Meroni, forse per risparmiare sulle riprese (e pagare meno certi personaggi per avere più soldi ed evitare figuracce in Rai?), utilizzare degli stadi moderni che all'epoca non esistevano e mettere come campo di allenamento del Torino un Fila che sembrava il cortile di una villa in collina.

I tifosi si sono commossi e va ringraziata la Rai per aver pensato ad uno dei personaggi più amati della storia del Torino, però bastava chiamare Franco Ossola come consulente per evitare strafalcioni che hanno rovinato uno dei più bei quanto tragici ricordi a tinte granata. Salviamo il finale con l'unione Tenco/Meroni, due ribelli che ci hanno lasciato troppo presto e le immagini di repertorio della tragedia. Tutti abbiamo pianto solo a sentire nominare la parola magica: Meroni. Però si poteva fare di più.
 
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<Leoncina>
view post Posted on 12/11/2013, 11:00




Fonte: Infotoro.it

Tv, Gigi Meroni quasi alla pari di Squadra Antimafia

Quasi meglio anche di una corazzata come 'Squadra Antimafia 5'. Perché 'La farfalla granata', il film tv che finalmente Rai 1 ha deciso di mandare in onda in prima serata dopo molti rinvii ieri sera ha fatto registrare 4.754.000 spettatori (per uno share pari al 17,42%) mentre la fiction campione d'ascolti di Canale 5 ha raggiunto 4.987.000 (share del 18,55%).
Un risultato importante che premia il prodotto, il ricordo dell'epopea tragica di Gigi Meroni e di una pagina della storia italiana.

Prodotto ben confezionato e sufficientemente fedele alla realtà, pur avendo più puntato sul personaggio che sulla persona Meroni. Tra gli spettatori anche Alessio Cerci che ha detto la sua su Facebook: “Quando i tifosi del Toro mi parlano di Meroni trasmettono davvero molto ma molto di più rispetto al film di stasera. E' dai loro racconti che capisco l'affetto che provavano per lui. Ciao Gigi da tutti noi!”. Un pensiero condiviso da molti.

 
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<Leoncina>
view post Posted on 12/11/2013, 11:42




Fonte: Toro.it

Film su Meroni, l'associazione "Amici di Gigi" non ci sta
Molti errori di rocostruzione storica e alcune scelte opinabili hanno caratterizzato "La Farfalla Granata"

la_farfalla_granata_gigi_meroni_raiuno


Ieri sera, su RaiUno, è andato in onda il film-tv "La Farfalla Granata", basato sulla vita di Gigi Meroni. Lo sceneggiato presentava però numerose incongruenze storiche che non sono piaciute ai famigliari e i responsabili dell'associazione "Amici di Gigi Meroni" hanno diffuso il seguente comunicato stampa.

“Nino non aver paura / di tirare un calcio di rigore, / non è mica da questi particolari / che si giudica un giocatore”. Gli sceneggiatori de “La Farfalla Granata”, andata in onda su RaiUno lunedì sera, probabilmente non hanno mai ascoltato la canzone di Francesco De Gregori. Non conta tirare un calcio di rigore per essere un campione, un leader. Per loro, evidentemente, sì, e quindi Gigi Meroni calcia un penalty che, nella vita vera, non ci fu mai. Per la cronaca, quella partita finì 4-2 per il Toro, con tripletta di Combin e gol di Moschino. Meroni non segnò nella sua ultima partita (sarebbe morto da lì a qualche ora). Evidentemente un finale così non era sufficientemente ‘romantico’ o ‘drammatico’ per gli autori (come se la morte a 24 anni di uno dei più grandi campioni dello sport italiano non fosse un dramma di per sé…)

Questo è solo uno degli elementi della fiction che non è piaciuto all’Associazione Amici di Gigi Meroni, e in particolare ai curatori della pagina Facebook (forte di oltre 10mila “Mi piace”) e del Sito Ufficiale www.gigimeroni.com.

Spiace che la famiglia Meroni, l’Associazione, il Sito ufficiale non siano stati coinvolti in fase di scrittura della sceneggiatura (eppure il lato umano di Luigino, in questa ricostruzione romanzata, ha occupato la gran parte del film, e qualche dettaglio sulla sua psicologia e le sue emozioni avrebbero giovato); spiace che molte situazioni e personaggi siano stati banalizzati per ragioni (forse) d’intreccio narrativo; spiace che, per scelta o per un abile “stratagemma”, il film fosse “liberamente ispirato” al libro (ottimo) di Nando Dalla Chiesa e non fosse più aderente alla realtà…

Si sapeva che ci sarebbe stato del malcontento, ma che il risultato sarebbe stato di così scarso livello… no, questo non lo si sapeva e non lo si sperava di certo. A prescindere dalla figura di Gigi e Cristiana, su cui sono incentrate tutte le due ore, troviamo davvero di bassa, bassissima lega, aver fatto degli errori storici cosi grossi nelle ricostruzioni.

Gigi appena arrivato a Genova che dice “‘ndoma”, la chiesa di S.Bartolomeo e l’oratorio con uno scalcinato campetto, che sembrano quelli di una chiesettina di campagna di qualche paesino della Bassa emiliana (grande anche il malumore della Libertas San Bartolomeo per l’esclusione delle location reali), le maglie storiche del Genoa con il logo attuale, il Comunale di Torino nuovo e sotto la conformazione attuale di Stadio Olimpico, gli striscioni Torino FC che invece dovevano essere AC Torino, le tute della nazionale azzurra con le scritte alla Toffs, la bandiera con il toro rampante degli anni ’80 (dalla classica fisionomia squadrata) con tanto di scudetti e coccarde delle varie Coppa Italia sugli spalti, l’incontro con il Paron Rocco del 1967 nel ristorante di Milano con la foto della Coppa dei Campioni e dell’Intercontinentale vinte nel 1969, il gol di Inter-Torino che “magicamente” diventa in un Torino-Inter al Comunale, la famiglia presente in pompa magna alla sua ultima partita contro la Sampdoria…

Dulcis in fundo, la scelta di chiudere la fiction con le immagini del funerale, con la bara aperta ed il bacio di Combin… con tutte quelle cose che in anni ed anni la Famiglia aveva chiesto sempre di omettere, almeno per una questione di rispetto. Gli autori di questo prodotto destinato alle vaste platee hanno materializzato (è solo la nostra opinione) in un solo colpo tutto ciò che non si voleva e che non si chiedeva per un progetto del genere.

La fiction romanza la realtà. In questo caso l'ha distorta. Non è tutto da buttare, ci mancherebbe: dobbiamo fare i complimenti a Francesco Pannofino, che ha offerto un Nereo Rocco di spessore e umanità, e ad Alessandro Roja, che si è indubbiamente impegnato (e non è stato aiutato da alcune brutture della sceneggiatura). Molti degli altri protagonisti hanno offerto variazioni sul tema dei personaggi tipici di prodotti quali “Incantesimo” o simili.

Salutiamo positivamente il fatto che Gigi Meroni sia stato fatto conoscere al grande pubblico. E questo è importante per non farlo dimenticare. Chi avrà il desiderio di informarsi su chi era veramente Meroni ed inserirlo nel contesto storico ha a disposizione pregevoli documenti, come quelli realizzati per La Storia Siamo Noi e Sfide.

In conclusione, viene spontaneo chiedersi come mai i dirigenti di RaiUno abbiano così scarsa stima dei propri telespettatori. Bisognava per forza presentare loro un polpettone tagliato con l’accetta, con lo schema classico dell’amore contrastato da parte della famiglia, che poi (sempre troppo tardi) si ravvede, quando già c’è il Destino che incombe? Luigino Meroni è stato sì un ragazzo innamorato, ma è stato anche un calciatore dal talento cristallino, e questo lo si è visto appena, ieri sera. Fosse stato un metalmeccanico, sarebbe stata la stessa cosa.
 
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<Leoncina>
view post Posted on 12/11/2013, 12:22




Fonte: Forum di Aldo Grosso - Corriere della Sera

"Ieri sera avrei spaccato il televisore. È la fiction più insulsa e offensiva (nei confronti della memoria di Meroni) che mi sia capitato di vedere."

 
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<Leoncina>
view post Posted on 12/11/2013, 14:07




Fonte: Toronews.net

La Farfalla Granata vola basso in televisione...
Fortunatamente altrove si è celebrato degnamente il mito del Grande Torino

La leggenda di Gigi Meroni in prima serata ieri sera sulla più importante rete televisiva di stato? Ennesima occasione persa di celebrare degnamente lui e quel Toro!
Dalla scelta discutibile di certi interpreti – agghiacciante il Nereo Rocco interpretato dal romanissimo Pannoffino! - agli errori incredibili nella sceneggiatura. Uno su tutti: le sostituzioni durante le gare che nel 1967 manco si sapeva cosa fossero. Per non parlare della residenza torinese di Gigi in Corso Vittorio Emanuele e non in Piazza Vittorio Veneto o degli allenamenti della squadra ai giardinetti … possibile che allo sceneggiatore e al regista non sia venuto in mente di consultare preventivamente, che so, qualche autorevole membro del Museo della Memoria Granata a Villa Claretta? Ha avuto un'altissima audience questa “Farfalla Granata”: ma di certo al grande Gigi lassù sarà piaciuta veramente poco!
Strano ma vero, ieri sera alla stessa ora è andato in onda un omaggio molto più toccante verso la storia granata sulla principale emittente privata a pagamento. C'era il primo episodio della serie “I delitti del BarLume”, tratto dai bei romanzi gialli di Marco Malvaldi. Ebbene il protagonista Massimo, un laureato in matematica che sceglie di fare il “barrista” (si scrive proprio così!) nel suo paesino sulla costa del Tirreno in Toscana, a casa sua sfodera orgoglioso sul muro una foto gigantesca del Grande Torino. Massimo, lo ha capito sia chi ha letto i romanzi di Malvaldi sia chi lo ha scoperto anche solo ieri sera tramite questo sceneggiato televisivo, è un personaggio singolare.
Anticonformista viscerale, non dà mai retta alle chiacchiere ma crede solo in quel che vede e tocca con mano. Interpretato magistralmente da Filippo Timi – ma dove troverà quel timbro di voce così profondo? - è un bel tenebroso che attrae le donne ma ama troppo la sua indipendenza per spartire con qualcuna di loro la propria quotidianità. E' un sognatore inguaribile e la foto del Grande Torino appesa al muro di casa sua, più volte ripresa dal regista quando è a casa sua, è il segnale di una scelta fatta con grande convinzione. Solo chi si batte per la realtà e aborre l'apparenza può restare affezionato a un mito. Anzi al Mito per eccellenza di chi vuol veramente bene al calcio italiano!
 
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<Leoncina>
view post Posted on 12/11/2013, 20:10




Fonte: Torinogranata.it

Gonzatto, nella fiction su Meroni è mancato il rispetto per l'uomo ed il calciatore

Abbiamo atteso con trepidazione la messa in onda della fiction dedicata al grande Gigi Meroni. Finalmente è arrivato lunedì sera. Forse però, per quanto mi riguarda, avrei preferito non vederla. Sceneggiatura inesistente, mancanza di riferimenti calcistici, errori grossolani su date e persone realmente esistite.
Sulla recitazione non voglio esprimermi dal momento che gli attori, a mio avviso, necessitavano di una più attenta guida registica.

Se Gigi Meroni non fosse realmente esistito, la fiction avrebbe potuto essere inserita in quel grande calderone di "storie inventate" che popolano la Rai da ormai qualche anno a questa parte, con qualche eccezione di buona fattura; "la farfalla granata", nome meraviglioso ed evocativo, è però una persona realmente vissuta - troppo poco ahimé - che ha dato tanto al calcio italiano, non solo granata, diventando come spesso succede a coloro che muoiono giovani, un mito. Non solo per il calcio, naturalmente.

La storia d'amore ha fatto da fil rouge, una scelta che come tale avrebbe potuto essere vincente se intorno ad essa fossero state intessute le tante storie che hanno costellato la vita di Gigi Meroni e del Torino di Pianelli.

Ed arriviamo al presidentissimo Lucio Orfeo Pianelli. Una figura emblematica per l'industria e il calcio italiano che però nella fiction appare come una "macchietta". Sì, lo ammetto, sono di parte, dopo averne delineato la biografia, e aver lavorato nella sede di corso Vittorio Emanuele, 77 - quella Palazzina da lui scelta e che per tanti anni è stata la sede sociale del Torino calcio - posso ben dire di parlare non a caso.

Immagino le persone che hanno conosciuto Gigi, dai compagni di squadra alle persone comuni. Senza dimenticare i suoi parenti e i suoi amici. Io non ho avuto questa fortuna, sono convinta però che le gesta di un eroe siano sufficienti a rendere il suo mito eterno.
Ecco, questo mi sarebbe piaciuto vedere ieri sera, il rispetto dell'uomo e del calciatore e del Toro e di Torino.
 
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<Leoncina>
view post Posted on 13/11/2013, 08:49




Fonte: Torinogranata.it

Fiction su Meroni, la produzione si è informata al Museo Granata

Sentimenti contrastanti sulla fiction di Meroni, andata in onda lunedì sera. Molti hanno apprezzato lo sforzo fatto per ricordare uno dei più grandi personaggi della storia granata e non solo, altri non hanno gradito diciamo gli errori tecnici, o meglio storici del periodo, dove è stata mischiata l'epoca in cui è vissuto Meroni a quella attuale. Bandiere del Toro inesistenti negli anni '70, così qualcuno ha visto parcheggiata una Smart che ovviamente ai tempi di Meroni non c'era ancora. Diciamo che sono stati buttati qua e là dei particolari che hanno abbassato il valore del lavoro, perchè un bel film, libro o opera d'arte diventano grandi proprio nei dettagli, nei particolari. E dire che la produzione si era pure informata sulla storia di Meroni, come ha confermato Domenico Beccaria, presidente del Museo Granata e della Memoria Storica: "Sono venuti tante volte a chiedere lumi sulla sua storia e vita, proprio per conoscere tutto di lui...".

Bastava anche solo seguire il libro di Nando dalla Chiesa "La farfalla granata" per non sbagliare. Però, chissà, c'è sempre qualcuno che interviene a dare consigli che magari ha pensato bene di romanzare maggiormente la storia che già di suo non aveva bisogno di nessuna immaginazione, per di più incongruente. La vita di Meroni non aveva proprio bisogno di invenzioni per come è stata vissuta, così breve ed intensa. Nessun regista o scrittore avrebbe potuto avere così tanta fantasia, con l'epilogo drammatico, di quanto è stata la realtà.
 
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view post Posted on 13/11/2013, 15:08
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Ammiraglio della Tortuga Granata

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CITAZIONE (<Leoncina> @ 12/11/2013, 12:22) 
Fonte: Forum di Aldo Grosso - Corriere della Sera

"Ieri sera avrei spaccato il televisore. È la fiction più insulsa e offensiva (nei confronti della memoria di Meroni) che mi sia capitato di vedere."


Da Corriere della Sera
Il mito di Gigi Meroni ridotto a soap opera
La Fiction della Rai sulla «Farfalla» granata è un fotoromanzo che rende parodia involontaria tutti i personaggi


Non si uccidono così anche i miti. La Rai poteva evitare di fare una fiction su Gigi Meroni: per non banalizzarne la memoria, per il rispetto che si deve al grande campione morto giovane, perché si entra nel mito solo quando si entra nel rischio della scrittura, non quando si cerca nel fotoromanzo il sollievo per la propria insipienza espressiva (Rai1, lunedì, 21.10).

Solo il senso del dovere mi ha costretto a vedere fino alla fine «La farfalla granata», la fiction liberamente ispirata al libro di Nando Dalla Chiesa. Scritta da Mauro Caporiccio, Grazia Giardiello, Roberto Jannone, diretta da Paolo Poeti, la storia del giocatore più atipico e più sognante del calcio italiano viene trasformata qui in caricatura. Ogni personaggio che si conosce, da Nereo Rocco a Sandro Ciotti, da Beniamino Santos a Mondino Fabbri, diventa involontaria parodia.

Gigi era la bandiera della rinascita del Toro, dopo Superga: piccolo e nero, e perciò Calimero. Aveva i baffi, la barba, i capelli lunghi. Era, come si diceva allora con spregio, un beat ma giocava divinamente bene, l’ala più talentuosa del calcio italiano. Quando sembrava che la Juve avesse messo le mani su di lui, i tifosi scesero in piazza e il casino fu tale che non se ne fece nulla.

«La farfalla granata» è diventata una soap che, principalmente, racconta la tormentata storia d’amore tra Gigi (Alessandro Roja, il Dandi di «Romanzo criminale») e Cristiane (Alexandra Dinu) la regina del luna park: tutto il resto, tutto ciò che libera il campione dalla mediocrità, diventa contorno, cronaca piena di errori storici (tamponata dagli inserti delle immagini di repertorio), folclore mediatico. «La farfalla granata» chiude malamente la storia con questa didascalia: «Il suo ricordo vive nel cuore di coloro che, nonostante tutto, credono nei sogni». Il «nonostante tutto» si riferisce, ça va sans dire , a questa fiction.
 
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<Leoncina>
view post Posted on 13/11/2013, 20:19




Fonte: Torinogranata.it

Fiction Meroni, la querelle continua. Intanto ricordiamo quel Torino-Sampdoria del 15 ottobre 1967

Continuano le polemiche sulla fiction dedicata a Meroni di lunedì scorso, andata in onda sulla Rai. Inutile dire che molti si sono risentiti soprattutto da certe inesattezze. Il film oltretutto è stato sponsorizzato dalla Film Commission e pare che qualche politico e alcuni personaggi della Rai di Torino, tifosi granata, stiano intervenendo, anche perchè lo share non è stato dei migliori. A noi spiace che la figura di Gigi Meroni sia da affiancare ad un flop, semplicemente perchè chi ha realizzato il film non l'ha fatto con passione e nemmeno dedizione, altrimenti avrebbe dovuto fare tesoro delle informazioni avute dai famigliari di Meroni, dagli ex compagni, dal Museo del Toro e così via. Bastava solo leggere i particolari sul libro di Nando Dalla Chiesa.

L'ultima partita di Gigi andava raccontata com'è stata nella realtà, non inventarsi un rigore calciato da Meroni, che oltretutto in quel match era stato anche espulso. On line abbiamo trovato il commento a quella partita e ve lo riportiamo, per dovere di cronaca

"Il Torino arriva alla partita contro la Sampdoria con 3 punti in classifica, ottenuti grazie alla vittoria casalinga contro il Brescia ed il pareggio a Firenze contro la Fiorentina. L’esito dell’incontro è alquanto incerto: i granata si portano per due volte in vantaggio con la doppietta di Nestor Combin, ma vengono prontamente raggiunti dai blucerchiati con Francesconi e Vieri. Sino a quando, però, Calimero Meroni , dopo una prima ora di gioco piuttosto ombrosa, decide di dare il suo graffio all’evolversi del match. Sulla fascia inizia a disegnare arabeschi che portano l’undici di Mister Fabbri ad assediare la porta blucerchiata difesa da Battara. A 9 minuti dal termine, prima Moschino e, poi, per la sua tripletta personale, Combin, portano il risultato sul 4-2" (www.cuoretoro.it). In questa partita esordì Aldo Agroppi con la maglia granata, ma non sostituì Meroni, come nella fiction.

Tabellino:

TORINO-Sampdoria 4-2 (2-2)

Reti: 12’ Combin (T), 29’ Francesconi (S), 36’ Combin (T), 42 Vieri R. (S), 81’ Moschino (T) e 90’ Combin (T).

Torino: Vieri L.; Poletti, Trebbi, Puia, Agroppi, Bolchi, Meroni, Corni, Combin, Moschino, Carelli.

Sampdoria: Battara, Dordoni, Garbarini, Sabatini, Morini, Vincenzi, Salvi, Vieri R., Cristin, Frustalupi, Francesconi.

Arbitro: Torelli di Milano
 
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<Leoncina>
view post Posted on 14/11/2013, 13:59




Fonte: Toronews.net

Fiction Meroni: scatta la petizione sul web

Rifare tutto, senza errori, grazie al tocco di Federico Buffa

La fiction Rai ''La Farfalla Granata'' non è affatto piaciuta ai tifosi: smielata e piena zeppa di inesattezze. Per questo Giovanni Indorato, Fabio Caironi, Francesco Gatti e Nicola Bianchi (amministratori del sito ufficiale dedicato al grande campione) hanno deciso di presentare una petizione per chiedere ufficialmente a Federico Buffa di (ri)raccontare la favola de ''La Farfalla Granata''. Per dare al mitico Gigi Meroni un tributo degno del suo indelebile ricordo.

ECCO IL COMUNICATO:
La fiction Rai “La Farfalla Granata” ha scontentato quasi tutti i tifosi del Torino e i fans di Gigi Meroni. Le inesattezze, imprecisioni o le totali invenzioni (come quel rigore farlocco durante l’ultima partita di Meroni, il 15 ottobre 1967) hanno lasciato l’amaro in bocca a chi ricorda la leggendaria ala destra dai tempi della gioventù, a chi lo ha conosciuto in seguito grazie ai documentari Rai e all’ottimo libro di Nando Dalla Chiesa, e a chi (come noi) è cresciuto nel mito di Meroni fin da bambino.
Una narrazione volutamente (purtroppo è così) romanzata, “smielata” per compiacere un pubblico di non-sportivi che RaiUno non poteva lasciarsi sfuggire, inserendo un po’ di calcio nella storia sulla vita di un calciatore. Non sia mai! Purtroppo lunedì 11, tra i 4 milioni e rotti di telespettatori sintonizzati sul primo canale Rai, c’erano migliaia di appassionati che hanno visto quello che non avrebbero voluto vedere.
Eppure – chi lo conosce, lo sa bene – il personaggio di Gigi Meroni raccoglie in sé un universo ricchissimo di suggestioni e valori: l’amicizia, l’affetto, l’umiltà, la passione, la generosità, la semplicità. Il tutto ambientato nei ‘mitici’ anni Sessanta, che nell’immaginario italiano solo una sorta di “età dell’oro” soprattutto se confrontati con gli odierni tempi cupi. Gigi Meroni avrebbe meritato un’altra narrazione, un altro narratore.
Noi, amministratori del Sito Ufficiale, della pagina Facebook e dell’account Twitter crediamo di aver trovato il narratore che può raddrizzare il torto subito da Meroni: si chiama Federico Buffa. Nell’ambiente dello sport tutti lo conoscono, e ne riconoscono le indubbie qualità. Un personaggio, nel racconto di Buffa, diventa vivo, poetico, reale: sembra di averlo a portata di mano, lì accanto a te. Inoltre Buffa non ha bisogno d’inventare, come hanno fatto gli sceneggiatori de “La Farfalla Granata”.
Per questo abbiamo deciso di chiedere pubblicamente a Federico Buffa, compatibilmente con i suoi impegni (la preparazione di un ciclo di ritratti di protagonisti dei Mondiali di Calcio, in vista di Brasile 2014), di preparare un racconto della vita, tragica e affascinante, di Gigi Meroni. Per questo chiediamo a voi, tifosi del Toro e appassionati di calcio, di sostenere questa proposta.
Gli amministratori della pagina Facebook, dell'account Twitter e del Sito Ufficiale: Giovanni Indorato, Fabio Caironi, Francesco Gatti e Nicola Bianchi


Per sottoscrivere la petizione: http://firmiamo.it/gigi-meroni-buffa
 
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<Leoncina>
view post Posted on 14/11/2013, 14:50




Fonte: Il Fatto Quotidiano

La storia di Gigi Meroni su Raiuno diventa un Centovetrine in salsa fiction
Errori, trasposizioni storiche, forzature nella sceneggiatura: la miniserie "La Farfalla granata" sull'epopea del calciatore del Torino è riuscita a rovinare la realtà e il libro di Dalla Chiesa da cui è tratta

gigi-meroni-interna-nuova



Nestor ha ancora la stessa faccia da Mapuche di quasi cinquant’anni fa. Qualche capello in meno, qualche chilo in più. Gli occhi, però, sorridono allo stesso modo. Anche quando piangono. Come in quella foto, uscendo dal campo. Tra le mani ha la testa di Natalino, che con Gigi divideva sempre la stanza in quegli interminabili ritiri degli anni ’60. Natalino, dopo il primo gol di Nestor, è finito per terra contro la rete tanto è la rabbia con cui ha ricalciato in porta quel pallone. Piangono e ridono. E con loro piangono e ridono in migliaia e migliaia, uno accanto all’altro sul calcestruzzo del Comunale. Nestor ne ha fatti tre, proprio come tre ne aveva fatti la settimana prima. Gigi glielo aveva detto – racconta oggi Nestor con la stessa faccia di allora mentre gli occhi piangono e ridono – ne fai tre anche domenica. Gigi non c’è più. Ed è per questo che tutti sugli spalti piangono e gridano il suo nome. Lo hanno fatto ancor di più poco prima, con tutta la voce possibile, quando, dopo i tre di Nestor, un ragazzo di nome Alberto con la maglia numero 7 – sì, proprio quella di Gigi – segna il quarto gol. Poi prende il pallone, lo alza al cielo, lo guarda e corre verso il pubblico. Che fa festa e piange. Come piange lui.

Questa è la storia (vera) di un derby Juventus-Torino 0 a 4, giocato allo stadio Comunale il 22 ottobre 1967. Una storia che a Torino – chi tifa Toro – conosce fin da bambino come la favola di cappuccetto rosso. E’ il derby giocato una settimana dopo la morte di Gigi Meroni, la sera del 15 settembre. Quel giorno il Toro aveva vinto 4 a 2 contro la Sampdoria, sempre al Comunale. Tre gol li aveva firmati l’argentino Nestor Combin: “Ne fai tre anche domenica”…

Meroni lo aveva salutato una città intera. Meroni era così popolare in quella Torino alla guida di una delle due auto coinvolte nell’investimento c’era un giovane tifoso del Toro che ancora oggi porta nell’anima la ferita di quella notte maledetta. Nella sua stanza (come si può vedere dalle foto pubblicate dai giornali dell’epoca) c’era il poster di Gigi. Al suo idolo in maglia granata assomigliava addirittura un po’. Si racconta perfino che qualcuno lo scambiasse davvero per Meroni. E gli chiedesse l’autografo. Per uno di quegli incroci del destino che solo dalle parti del Toro potevano accadere (il pilota dell’areo che si schiantò a Superga nel 1949, per dire, si chiamava Luigi Meroni) quel ragazzo diventerà 33 anni dopo presidente del Torino Calcio, ma questa è un’altra storia.

Di tutto questo, nella fiction La Farfalla granata (dal titolo di un bellissimo libro dell’interista Nando Dalla Chiesa) andata in onda su Rai1 non c’è traccia. Non c’è il derby, non ci sono i tre gol di Combin il Mapuche, non c’è il quarto di Alberto Carelli che indossa la maglia di Meroni. Non c’è il pianto di una città intera. Non c’è, insomma, la parte più emozionante di una drammaturgia terribilmente, drammaticamente perfetta. Poco male, si può pensare. La storia della Farfalla granata è grande ed emozionante anche prima. Ma anche quella, nella fiction, è raccontata in modo avvilente. Passi per gli errori storici che solo i tifosi possono lamentare (perché trasformare Gigi nel Nino-non-aver-paura di De Gregori che tira un calcio di rigore quando quel rigore contro la Sampdoria non lo tirò mai?), passi per quel fantastico gol contro l’Inter spostato non solo un anno dopo, ma pure nello stadio sbagliato (al Comunale e non a San Siro, la scala del calcio della Grande Inter di Moratti padre che applaudì la prima sconfitta dopo anni di imbattibilità casalinga). Passi per quei torinesi che – chissà perché – in tv devono sempre parlare che nemmeno una parodia di Erminio Macario. Passi tutto, anche il fatto che scrivere una sceneggiatura non è mai facile. Ma la storia di Meroni – straordinaria anche senza quel tragico epilogo – ridotta a una specie di Centovetrine, per favore, no. Chi volesse rimediare può leggere il libro di Dalla Chiesa o rintracciare facilmente la splendida puntata che sfide gli dedicò.

A Torino si sapeva. La fiction era stata presentata al Prix Italia un mesetto fa e aveva – sommessamente, come si conviene a un certo carattere sabaudo – ricevuto parecchie critiche: “E’ pensato per il pubblico di Raiuno”, si disse. Ecco, appunto. Se al pubblico di Raiuno si pensa possa piacere un prodotto simile, allora si spiega perché le serie americane sono il vero fenomeno televisivo degli ultimi anni.

 
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view post Posted on 15/11/2013, 10:05
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Continuano le polemiche sulla rete...
Da Toroit
È granata! Non è fucsia!
La lenta spersonalizzazione del Toro

di Mauro Saglietti

Recentemente è successo qualcosa di diverso in ciò che resta del mondo granata
Diciamola tutta. Siamo andati avanti per anni a parlare delle celebrazioni che hanno a che fare con avvenimenti luttuosi della nostra storia, spesso usurandoli e svuotandoli di significato.
Superga presa d’assalto come un pretesto per fare le fotografie con i giocatori.
Altre ricorrenze celebrate più per fingere di avere un’importanza, mentre il presente sfila asfittico e piatto, incapace di generare ricordi.
Quest’anno però è capitato qualcosa di particolare ed inaspettato.
Credo che le ricorrenze di Meroni e Ferrini non abbiano avuto il solito stucchevole sapore partecipantista e basta.
Sarà stata forse la puntata di Sfide, che ha reso così bene omaggio a Gigino.
O forse sarà stato altro, non so.
Fatto sta che abbiamo assistito a una grande partecipazione di sommessa commozione.
Inattesa, forse anche un po’ ritrosa.
Per molti di noi è stato come ritrovarsi di fronte a una lapide in un giorno di pioggia e ritrovarsi al fianco di un amico che non vedevamo da tempo.
Accorgersi che… sì, accorgersi per la prima volta Ferrini non c’è veramente più.
Che Gigi non tornerà.
Non sono il solo ad avere avuto questa sensazione.
Per molti di noi è stato come uscire da una bolla scolorita e ritrovarsi con amici che non ricordavamo di avere.
- Anche tu qui…? Pensavo non venissi…
- Sì, oggi qualcosa mi ha chiamato…
Non è Gigi, non è Giorgio. O forse sono anche loro.
Ammassati in un presente asfittico, che non vogliamo e nel quale non ci riconosciamo, abbiamo forse trovato rifugio in tempi che avevano una collocazione di presente. I capelli lunghi, il ritmo della musica. Il battito di una città in crescita.
Non, non sono stati loro forse.
Ci siamo commossi per noi, rivedendo il film della nostra vita, sospirando sommessamente per quanto ci hanno rubato e non potrà tornare mai più.
Emozioni, speranze, senso di appartenenza.
Tutto quello che il presente granata ha rimosso.
E poi…
E poi c’è stato qualcuno che ha tentato di modificare non soltanto la nostra appartenenza al presente.
Ma anche quella al passato.

La sfortuna di questa rubrica è quella di uscire il venerdì, altri prima di me hanno avuto modi e opportunità di raccontare il loro disgusto per quanto andato in onda sui canali Rai.
La fiction su Meroni è stata una bestemmia, un insulto non solo alla vita del calciatore, ma alla cultura di chi non si sente omologato al ruolo di deficiente programmato.
Sarebbe bastato poco in effetti. Una inquadratura più stretta sullo stadio di Marassi, in modo da nasconderne la ristrutturazione pre-mondiale ’90. Un valido editor in grado di eliminare beceri riferimenti spazio temporali inesistenti. Una figura del genere costa. Poco ma costa.
La riduzione costi di quest’opera insulsa, si è avvalsa tuttavia della presunta ignoranza della gente, alla quale, si è pensato, tutto sarebbe andato bene comunque.
Ed è questa sottile malafede, questa distorsione di valori a dare estremamente fastidio.
Ho sentito alcuni fratelli di tifo mormorare – Eh, ma va bene lo stesso, cosa volete pretendere…?
- Ma sì, in fondo basta che se ne parli…

No signori. Non basta che se ne parli.
L’accontentismo, l’accettazione incondizionata che qualcuno venga a modificare il tuo DNA, cambiando leggermente il suo registro di colore, è soltanto il primo passo per l’accettazione dell’ulteriore modifica che arriverà inevitabilmente in seguito.
E’ un po’ ciò che sta capitando a livello sociale, il Toro è anche un microcosmo di socialità e sotto questo punto di vista non fa eccezione.
Il granata, signori, non è fucsia.
Altrimenti un giorno, accettazione dopo accettazione, arriverà qualcuno a dirci che è bianco e nero.

Non bastava la distorsione del presente, la sua mistificazione, l’allontanamento progressivo dai suoi livelli di appartenenza, per il quale molte persone stanno fuggendo non solo dallo stadio ma, dall’idea di Toro. Una disappartenenza più volte gridata al vento in maniera disperata, dai più accettata però a colpi di applausi.
Non bastava questo.
Un processo di crescita difeso da mantra ossessivi e ripetuti, che spaziano dal compralo tu il Toro al ricordare il fallimento attraverso il ti meriti Ciuccariello.
La ridondanza crea un’eco che viene spesso scambiata per verità. Internet poi seleziona le opinioni e basta cantarsela e suonarsela un po’, tra pochi fidati, per credere di possedere idee universali.
Una modificazione della realtà che parte da un bagno di folla entusiasta per El Kaddhouri a luglio, e passa attraverso l’invenzione di vittorie sbandierate per tutta la settimana (Roma)
Tra parentesi, facciamo gli auguri a Mister Ventura!
Nella malaugurata ipotesi in cui il Torello non riesca a battere il Catania, verrà superato il record negativo della storia degli allenatori granata, ovvero 3 vittorie in 26 partite, per ora soltanto uguagliato, il cui detentore era Renzo Ulivieri (anche se una scuola di pensiero parla di 3 su 27).
Un peccato fermarsi proprio ora, a un passo dalla storia, questa volta reale, non certo la Storia nella quale siamo entrati dopo aver fermato la Roma (un gruppo di persone ha festeggiato in centro – orrore).
Devo scusarmi se non ho l’ampiezza di vedute per comprendere questo entusiasmante processo di crescita, Tuttavia auguriamo al nostro Mister di non riuscire nell’impresa, in fondo alle volte basta anche arrivare a un filo dall’impresa, magari dominando per il 90%, no?
Intervallare la serie nera con una vittoria, per giunta contro una diretta concorrente, non sarebbe male, no? Insomma, una piccola vittoria, cosa pretendiamo in fondo?
Piccolina. Una vittoriuccia piiiicola.
Ma per carità. Non dovesse arrivare, nessuno farebbe drammi. Come sostengono i profeti dell’accontentimento, vogliamo mica fallire, no?

Il tentativo da tempo è quello di far passare il messaggio che sì, il granata è granata, ma tutto sommato chi se ne frega se la sua tinta è un po’ sbiadita. Ma sì, anche se non è proprio giusta…
Va bin li stes!
Ma sì..
Ma sì…
Ma sì una sega.
Non credo si sia più in grado di lottare nel presente, la panoramica dello stadio parla più di qualsiasi statistica. I danni fatti, tra mille campionari di scuse, ognuna con la sua frasetta pronta, sono stati forse irreparabili.
Continuiamo a ripeterci di essere un milione di tifosi. Bene, forse lo eravamo qualche anno fa, è inutile continuare a ripeterci queste balle autorassicuranti.
La perdita di tifosi continua, continuando su questi binari viene davvero da chiedersi quanta gente sarà rimasta tra pochi anni, soprattutto tra i giovani, che sono encomiabili, ma che non possono inventarsi ciò che noi non riusciamo a dar loro, e neanche a fargli comprendere..
Va bene, se questo è il presente che si vuole, chi vuole accontentarsi di questo, si accontenti, battendo le mani.
E poi forse, alla fine, ci ritroveremo davvero di fronte alla lapide di Meroni, non per partecipare a una ricorrenza, e neppure per ricordare lui, quanto per piangere noi stessi e ciò che, tra mille scuse, non siamo riusciti a mantenere in vita.

Ma sia ben chiaro. Né io e neppure altri, tollereremo revisioni sciatte su quello che abbiamo vissuto, o revisioni mortifichiate tipo “il Toro è sofferenza”.
No, lo potrà anche essere talvolta, ma il Toro non è soltanto questo. Era mille altre cose, ben più importanti che un gelato al gusto di sapone, come lo si vuole far passare ora.
Il Toro è granata, non è fucsia, e non lo sarà mai.
 
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view post Posted on 19/11/2013, 13:07
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Ammiraglio della Tortuga Granata

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Esclusiva TN: retrospettiva su Ferrini e Meroni
Gino Strippoli

Ieri in occasione del lancio del nuovo sito, durante la puntata di Toro Scatenato Cristiana Ferrini ci ha portato una serie di oggetti appartenuti a due campioni che hanno fatto la storia del Toro e per sempre nei cuori granata.

L'8 novembre è ricorso l'anniversario della morte di Giorgio Ferrini, capitano di mille battaglie. Il capitano morì nel 1976 esattamente 37 anni fa. L'abbiamo voluto ricordare noi di ToroNews insieme a Fischio d'Inizio con uno speciale tv andato in onda lunedì 18 novembre. Con noi in diretta anche Cristiana Ferrini, figlia del Capitano, Giorgio Navone , figlio del vicepresidente del Torino degli anni '60 – '70, e Elena D'Ambrogio Navone, scrittrice e tifosissima del Toro. Nel contempo abbiamo voluto ricordare anche la figura di Gigi Meroni attraverso la testimonianza di Giorgio Navone, suo amico. Durante la diretta tv hanno partecipato telefonicamente , Giorgio Puia, Angelo Cereser e Romano Fogli. Molti gli oggetti appartenuti ai due indimenticati granata che gli ospiti hanno portato in visione. Qui di seguito il mio ricordo su Giorgio Ferrini Grinta, Tenacia, Esuberanza, Generosità, Istintività : Il capitano per sempre, la bandiera granata. Ogni volta che vedo quelle immagini di quel famoso derby dove quell'Omar Sivori cercò di sbeffeggiarlo e irriderlo e lui simbolo del Toro e di tutti i tifosi reagire con veemenza, aiutato anche dal suo amico Rosato, accerchiato da tante maglie bianconere, ecco in quel momento mi sale l'adrenalina, mi incarno in Giorgio, mi sale la febbre granata e vorrei essere li in quel momento suo compagno e scudiero a combattere ogni battaglia. Ogni volta che vedo Giorgio così lottare nel campo ogni volta mi fa sentire fiero di essere del Toro. Non sempre Giorgio Ferrini è stato magnificato il giusto anzi spesso ha sempre pagato le conseguenze per altri , trattato con grande e gretta ipocrisia da tutti color che all'epoca non lo conoscevano affatto: il tema era sempre quello Ferrini troppo duro, Ferrini scarpone. I calci che Giorgio prendeva nessuno li metteva mai in conto.

Nell'ottobre '69 contro il Milan in Coppa Italia il capitano aveva iniziato alla grande, al punto che Benetti l'ho colpì da tergo dopo aver perso l'ennesimo takle ma di quell'episodio nessuno ne fece cronaca.Anche in azzurro la sua sorte è stata amara: impiegato nel ruolo oscuro di marcatore del centrocampista avversario più temibile, lottò sempre allo spasimo senza mai tirarsi indietro. In Cile , ai mondiali, pagò per tutti senza essere colpevole. Eppure ogni allenatore lo avrebbe voluto in squadra perché sempre presente in ogni zona del campo, forte nel dribbling e generoso nei recuperi. Giorgio Ferrini è stato l'uomo e il calciatore che più ha incarnato lo spirito Toro. Mai arrendevole avrebbe sicuramente meritato la più completa esaltazione in un ambiente calcistico meno falso di quello italiano. Era un duro ma leale. Lo chiamavano il "mulo" per la caparbietà che sapeva esprimere in campo. Nereo Rocco gli diceva spesso: "avessi 11 uomini come te e dico uomini non giocatori il campionato non ci sfuggirebbe mai". Quando anni fa , circa 20, il Club Giorgio Ferrini di Castellamonte mi chiese di diventare il presidente mi si riempirono i polmoni di ossigeno granata fiero di portare avanti un nome cosi glorioso, di un uomo che dopo la sua amata famiglia ha speso la sua vita in granata, un esempio per i giovani, un uomo che ha sempre potuto guardarsi allo specchio senza mai arrossire. Lui "re Giorgio" ha tenuto ha battesimo tanti campioni granata: Pulici, Zaccarelli, Claudio Sala, Lombardo, Mozzini, Rampanti , Barbaresi, Pallavicini e tanti giovani che arrivavano dal settore giovanile in prima squadra e altri da altre società come Castellini, Ciccio Graziani, Pecci, Zecchini, Santin. A loro ha insegnato cosa voleva dire indossare la maglia granata ed è stato compagno fedele in campo di tanti cuori granata come Agroppi, Fossati, Poletti, Meroni, Rosato, Peirò, Sattolo, Puia, Bui, Ferretti, Albrigi,Cereser e altri ancora. Grazie Capitano, sanguigno il tuo giocare, non ti ho mai visto in campo alzare bandiera bianca ma anzi hai sempre issato il vessillo granata in ogni momento sia nelle vittorie che nelle sconfitte.
Per altre foto clicca qui gif
 
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view post Posted on 5/12/2013, 08:22
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Ammiraglio della Tortuga Granata

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vatta
Auguri a Sergio Vatta
Sergio Vatta (Zara, 5 dicembre 1937) è un allenatore di calcio e dirigente sportivo italiano, specializzato nel dirigere i settori giovanili.


Tra gli anni '60 e '70 avvia la sua carriera di allenatore in squadre di Serie C e D, ottenendo alterni risultati.
Nel 1977 passa alla squadra giovanile del Torino, dove resta fino al 1991, ottenendo risultati con calciatori come Andrea Mandorlini, Giorgio Venturin, Christian Vieri, Gianluigi Lentini, Diego Fuser, Roberto Cravero, Antonio Comi, Dino Baggio, Dante Bertoneri e molti altri. Nella primavera del 1989 subentra all'esonerato Claudio Sala alla guida della prima squadra non riuscendo a salvarla dalla retrocessione in Serie B. Sarà questa la sua unica esperienza in prima squadra, visto che già in luglio il Torino è affidato ad Eugenio Fascetti.

Nel 1991 Vatta entra nei quadri tecnici federali, come allenatore e responsabile delle Nazionali giovanili Under-16 e Under-17, ricoprendo tale ruolo fino al 1997. Nell'annata 1997-1998 allena la Nazionale femminile, che riesce a portare alla fase finale dei Mondiali. Successivamente a questa avventura, viene chiamato nel 1998 dall'allora presidente della Lazio, Sergio Cragnotti, a dirigere il settore giovanile biancoceleste, avventura terminata nel 2001 con la conquista dello scudetto sia della squadra Primavera guidata da Bollini che della squadra dei Giovanissimi Nazionali. Dal 2002 al 2004 compie un'esperienza all'estero presso la squadra greca del PAOK Salonicco, divenendo responsabile del settore giovanile. Il suo più recente impiego è stato quello di direttore generale dell'Alessandria.
Palmarès

Allenatore:
Scudetto Campionato Primavera: 2
Torino: 1984-1985, 1987-1988

Coccarda Coppa Italia Primavera: 6
Torino: 1982-1983, 1983-1984, 1985-1986, 1987-1988, 1988-1989, 1989-1990

Torneo di Viareggio: 4
Torino: 1984, 1985, 1987, 1989

Dirigente
Scudetto Campionato Primavera: 1
Lazio: 2000-2001
Campionato Giovanissimi Nazionali: 1
Lazio: 2000-2001
 
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<Leoncina>
view post Posted on 12/12/2013, 14:12




Auguri Giaguaro!



Oggi compie 68 anni quello che secondo molti tifosi è stato il miglior portiere del Torino dopo Valerio Bagicalupo.
Stiamo parlando di Luciano "Giaguaro" Castellini, portiere del Toro durante buona parte degli anni '70. Con i Granata ha vinto una Coppa Italia ed un Campionato, subendo solo 159 gol in 202 presenze.

250px-Luciano_Castellini



Dati agonistici
Ruolo Preparatore dei portieri (ex portiere)
Squadra Italia Italia U-21 (Portieri)
Inter Inter (Giovanili Portieri)
Carriera
Giovanili
1960-1965 Monza Monza
Squadre di club
1965-1970 Monza 60 (-43)
1970-1978 Torino 201 (-159)
1978-1985 Napoli 202 (-170)
Nazionale
1977 Italia Italia 1 (-1)
Carriera da allenatore
1989-1999 Inter Portieri
2001-2002 Inter Portieri giov.
2003-2004 Inter Portieri
 
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130 replies since 15/10/2013, 06:04   4874 views
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