TifoToro - Attimi di eternità Granata

La nostra STORIA: I Personaggi ...

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@Merking
view post Posted on 26/1/2014, 10:17 by: @Merking
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Ammiraglio della Tortuga Granata

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Il 26 gennaio del 1919 nasce Valentino Mazzola (Guarda anche QUI ;) ), la sua storia è così ricca, così commentata e ricca di riconoscimenti, biografie ed articoli che ci vorrebbe troppo tempo per scriverla tutta :o: :B):
Vi riporto qui qualche stralcio preso dalla rete e soprattutto potete trovare molte fonti e argomenti ben trattati nel solito sito di Wiki: Cliccate ed approfondite :rolleyes:

Mazzola Valentino: il Capitano

Torino_Mazzola

Considerato tra i più grandi numeri 10 della storia del calcio [Marco Sappino ne "Storia del calcio italiano] e, secondo alcuni, il migliore calciatore italiano di tutti i tempi [Marco Sappino e John Foot], Mazzola fu capitano e simbolo del Grande Torino, la squadra riconosciuta come una delle più forti al mondo nella seconda metà degli anni '40 [Mario Sconcerti], con cui vinse cinque campionati, una Coppa Italia e capitano della Nazionale italiana, per un biennio.

La sua vita:
Ebbe un'infanzia disagiata; nel 1929, a causa della Grande depressione, il padre fu licenziato, così Valentino, per aiutare la famiglia, cominciò a lavorare l'anno seguente, quando aveva appena terminato la prima classe della scuola di avviamento, trovando impiego prima come garzone di un fornaio, poi, a quattordici anni, al linificio di Cassano d'Adda.
Nell'estate 1929, all'età di dieci anni, gettandosi nelle acque del fiume Adda, salvò la vita ad un suo compaesano di quattro anni più giovane che stava annegando: si trattava di Andrea Bonomi, futuro calciatore e capitano del Milan. Era soprannominato Tulen per l'abitudine di prendere a calci le vecchie latte: era solito farsi tutto il tragitto di andata e di ritorno tra casa e linificio calciandone una.
Quando giocava nella squadra del suo quartiere, la Tresoldi, venne notato da un suo compaesano appassionato di calcio, che lavorava come collaudatore allo stabilimento dell'Alfa Romeo di Arese, grazie al quale ottenne un posto nella squadra aziendale e un nuovo lavoro da meccanico.

Ppersona riservata, chiusa e di poche parole.
Il 15 marzo 1942 si sposò con Emilia Ranaldi, dalla quale ebbe due figli, entrambi calciatori: Sandro e Ferruccio (il cui nome fu scelto in onore dell'allora presidente del Torino Ferruccio Novo), nati rispettivamente nel 1942 e 1945.
Valentino_mazzola_con_emilia_ranaldi_e_sandro_mazzola
A Torino viveva in un piccolo appartamento di via Torricelli 66
Lavorò alla FIAT e dopo la guerra aprì un negozio di articoli sportivi, dove vendeva soprattutto palloni che fabbricava personalmente.
Separatosi nell'autunno 1946, il 20 aprile 1949 sposò nel Rathaus di Vienna la diciannovenne Giuseppina Cutrone, aspirante Miss.
Valentino_mazzola_giuseppina_cutrone

Il 4 maggio 1949, pochi giorni dopo le sue seconde nozze, perì nella tragedia di Superga, sciaguratamente, come egli stesso pensava che sarebbe morto a causa della guerra o per una disgrazia; un segno del destino, considerata la sua paura di volare.

Il giocatore:
Un leader, un trascinatore, un calciatore completo, moderno nella concezione del gioco e dotato di capacità atletiche e facilità di corsa fuori dal comune: possedeva uno scatto da velocista e una resistenza da fondista, grazie alle quali il suo rendimento era notevole.
Bearzot lo accostò, per le sue caratteristiche, a Di Stéfano, pur ritenendolo di levatura inferiore, e secondo il parere di chi ha potuto vederlo giocare è stato il calciatore italiano più completo di sempre.
« Ho fatto appena in tempo ad apprezzare da vicino lo straordinario talento di Valentino. In Italia non c'è mai stato un calciatore completo come lui. Né prima, né dopo.[14] »(Amedeo Amadei, 2001)
Operava praticamente ovunque: essendo forte nei tackle, era utile in difesa in fase di recupero; impostava le azioni — giocando un gran numero di palloni, cercandoseli in tutto il campo — e spesso le concludeva. Esclusa la sua esperienza come ala, all'inizio della sua carriera nella squadra dell'Alfa Romeo, i ruoli in cui fu impiegato maggiormente sono quelli di mezzala sinistra, interno e attaccante. Occasionalmente occupò anche la posizione di terzino, con risultati di tutto rispetto, di mezzala destra, di mediano e di portiere.Gli capitò anche di venire spostato tre volte nella stessa partita, partendo da mezzala per poi giocare da mediano, da terzino e infine terminare la gara al centro dell'attacco, tale era la sua versatilità.
« Ancora adesso se debbo pensare al calciatore più utile ad una squadra, a quello da ingaggiare assolutamente, non penso a Pelé, a Di Stéfano, a Cruijff, a Platini, a Maradona: o meglio, penso anche a loro, ma dopo avere pensato a Mazzola.[19] » (Giampiero Boniperti, 1989)
Grazie alla sua elevazione, Mazzola aveva la meglio anche sui difensori più alti
Di corporatura robusta, sapeva combattere in mezzo al campo; era proprio nei terreni pesanti, anche quando il campo si presentava in condizioni estreme, che, grazie alla sua forza fisica, riusciva a fare valere la sua attitudine pugnace. Capace, inoltre, di imporsi negli spazi stretti, disponendo di una tecnica individuale e di un palleggio affinati, sebbene non amasse esibirsi in virtuosismi.
Tra le sue diverse doti tecniche spiccavano l'ambidestrismo e un tiro di rara potenza, nella cui esecuzione al volo e nei calci di punizione era specializzato. Sauro Tomà, unico superstite del Torino alla tragedia di Superga, asserì che la singolarità del suo tiro consisteva nel saper colpire di collo pieno; mentre, per Giampiero Boniperti, «calciava talmente bene con entrambi i piedi che non era possibile stabilire se fosse un destro oppure un mancino».
Altre sue peculiarità erano il dribbling e la fantasia.
Nonostante la sua bassa statura era un buon colpitore di testa e abile nel gioco aereo, potendo contare su un'ottima elevazione.

Carriera:
Dal 1934 al 1939: Tresoldi, Fara D'Adda e Alfa Romeo
Dal 1939 al 1942: Venezia
I primi giorni del luglio 1942 venne acquistato dal Torino per un milione e 250 mila lire, una cifra che dalla stampa fu definita clamorosa e che permise al Venezia di risanare tutti i suoi debiti.
Il presidente Ferruccio Novo batté la concorrenza della Juventus e comprò, sempre dal Venezia, anche Ezio Loik, facendo il colpo del milione: l'operazione che portò le due mezzali a Torino, oltre al pagamento di una somma record mai sborsata prima nel calcio italiano, comprendeva il trasferimento di Raúl Mezzadra e Walter Petron alla squadra veneta.
Ferruccio_NovoNovo Ferruccio
Esordì ufficialmente con la maglia granata il 20 settembre 1942, nei sedicesimi di Coppa Italia Torino-Anconitana Bianchi. La partita terminò 7-0 per i padroni di casa, con due reti di Mazzola, subito apprezzato dai tifosi per la grande mole di lavoro svolto.
Il 4 ottobre, al debutto in campionato, il duo Mazzola-Loik giocò male la partita: a causa della loro imprecisione e della loro scarsa intesa, furono considerati i responsabili della sconfitta per 1-0 che il Torino subì a Milano ad opera dell'Ambrosiana-Inter. Nella partita successiva, battuti per 2-1 in casa dal Livorno, i due mostrarono ancora insicurezza, al punto che la stampa sportiva si interrogava sull'adattabilità delle due pedine al sistema di gioco del Torino e sulla loro comprensione dello stesso, criticandone il loro posizionamento in campo, sempre secondo i quotidiani, troppo arretrato. In particolare fu su Mazzola che le obiezioni in merito alla sua posizione si protrassero per oltre due mesi, nonostante la squadra avesse iniziato una serie di vittorie con scarti pronunciati, grazie anche al suo contributo, e le sue prove fossero più che soddisfacenti.
Il primo gol in campionato arrivò al terzo turno, in occasione del derby Juventus-Torino (2-5) del 18 ottobre.
Nella seconda parte del campionato, contraddistinto da copiose vittorie di misura, Mazzola fornì diverse prestazioni di rilievo, alle volte eccezionali, impreziosite da alcuni gol. Nel mese finale della competizione, in aprile, realizzò tre reti nelle ultime quattro gare; fu giustappunto nella 30ª ed ultima giornata, dopo un combattuto ed equilibrato testa a testa tra Torino e Livorno durato per tutto il torneo, in cui si avvicendarono spesso in vetta alla classifica, che Mazzola ne timbrò uno molto importante, poiché il Torino riuscì ad espugnare Bari per 0-1, grazie ad un suo gol decisivo — a tre minuti dalla fine del campionato — che consegnò lo scudetto ai granata.
Alla ripresa della Coppa Italia, a metà del mese di maggio, nei quarti di finale il Torino vinse su un Milano largamente rimaneggiato per cinque reti a zero, due delle quali siglate da Mazzola.Il Toro arrivò sino alla finale, disputata in gara unica il 30 maggio all'Arena di Milano, ed ebbe la meglio sul Venezia per 4-0 con una rete di Mazzola.
Il Torino fu la prima squadra a fare la doppietta Campionato-Coppa Italia e Mazzola disputò tutte le gare di campionato e di Coppa Italia, laureandosi in quest'ultima capocannoniere con cinque reti.
Da gennaio a giugno 1943, tra ritiri infrasettimanali e incontri, Mazzola ebbe diverse chiamate dalla Nazionale della Regia Marina; impegni non secondari, considerata l'inattività della Nazionale maggiore, dalla durata di circa tre giorni con frequenza di due volte al mese che lo tennero lontano da Torino, anche a ridosso di gare rilevanti. Le partite, molto seguite dagli appassionati, si giocarono quasi tutte allo Stadio Nazionale a Roma.
***
L'ultima stagione, iniziata tra le polemiche.
A pochi giorni dall'inizio del campionato, fissato per il 19 settembre 1948, sei giocatori del Torino, tra cui Mazzola, non volevano adeguarsi alle condizioni di reingaggio che la società propose loro; Mazzola, inserito nella lista di trasferimento dei giocatori, saltò la prima gara di campionato contro la Pro Patria.
Stante la sua esitazione, il Torino decise di comprare, a ridosso della partenza della stagione, alcuni elementi per il reparto offensivo, pronti a sostituirlo: arrivarono così Zanolla,[186] Fadini e Gambino, tutti ottimi giocatori.
La contesa con la società granata verteva sui soldi che la mezzala pretendeva, forte dei dieci milioni di lire assicuratigli dal presidente dell'Inter Masseroni, con il quale aveva cercato di accordarsi sino all'ultimo, telefonandogli cinque volte sabato 18, alla vigilia del campionato, senza ricevere risposta; opposto era il parere del presidente Novo che non voleva fare differenze tra i suoi calciatori; furono così i suoi compagni a convincere Novo ad aumentargli lo stipendio.
« Lui guadagnava il doppio dei suoi compagni perché erano loro a volere così. Se Valentino si sentiva appagato era più facile vincere. » (Ferruccio Novo)
Raggiunta l'intesa economica con la società il 23 settembre, tornò in campo nel secondo turno Atalanta-Torino (3-2), realizzando una delle due reti nel primo tempo, con un'esemplare azione in cui sfruttò a pieno la sua velocità e la sua classe.
Nei primi giorni di ottobre scoppiò un altro caso Mazzola. Si apprese che la Lega Nazionale aveva inoltrato al Consiglio Federale della FIGC una richiesta di autorizzazione a procedere nei confronti del giocatore per la sua condotta disdicevole nell'ambiente calcistico.
Dopo aver letto su Tuttosport un articolo sulla partita pre-campionato Milan-Torino del 12 settembre in cui erano elencati i molti granata assenti, in contrasto con la società, e in cui veniva contestata una norma federale che concedeva a Mazzola un posto in tribuna d'onore (l'articolo riportava testualmente: c'è Mazzola, ma in tribuna d'onore, secondo una ignorata disposizione federale che assegna un posto in tribuna d'onore ai giocatori che hanno controversie con le proprie società), il capitano granata aveva scritto una lettera, di ardua comprensione, al direttore Renato Casalbore, autore del pezzo, il cui contenuto era stato pubblicato integralmente nel quotidiano dallo stesso Casalbore senza commenti.
« Egr. comm. — Gradirei che lei non facesse più dell'ironia sul conto mio. Il suo giornale lo leggo poco, purtroppo a volte mi dicono: hai visto cosa ha detto Casalbore di te? Lei faccia il suo mestiere, porti il resoconto della partita alla sua redazione, e lasci stare il Mazzola anche se il Milan gli permette di sedere in tribuna d'onore per assistere ad una partita di calcio; ciò che interessa poco la federazione se il Milan che paga i propri giocatori e mantiene in parte la F.I.G.C. desidera fare, usare una cortesia a Mazzola che difende i suoi interessi come il Torino sta difendendo i propri?»(Lettera di Valentino Mazzola a Renato Casalbore, settembre 1948)
La stampa sportiva si divise tra opinioni severe e pareri più tolleranti; quest'ultimi, uniti all'ammissione da parte dello stesso Mazzola di aver commesso un errore, furono determinanti e fecero rientrare la rigidità che il Consiglio Federale aveva fatto trasparire in principio.

L'ultima partita e la tragedia di Superga[
Il 1º maggio, giorno seguente alla gara contro i nerazzurri, i granata volarono a Lisbona per disputare il 3 maggio un'amichevole contro il Benfica, conclusasi 4-3 per i lusitani, partita praticamente organizzata da Mazzola per l'addio al calcio dell'amico Francisco Ferreira, capitano della nazionale portoghese.
I due si erano conosciuti il 27 febbraio, quando l'Italia aveva battuto il Portogallo 4-1 a Genova; nel dopo partita, in un ristorante, Ferreira e Mazzola avevano discusso della partita che il Benfica avrebbe dedicato al portoghese, il cui incasso gli sarebbe stato donato come riconoscimento. Si doveva combinare un'amichevole di spessore, per attirare molti spettatori, e Mazzola gli aveva promesso il suo impegno affinché l'avversario fosse proprio il Torino.
Stadio_filadelfia_allenamento_torino_1949
La partenza di Mazzola con il gruppo era molto incerta per via delle sue non ancora perfette condizioni di salute e qualche quotidiano aveva riportato la notizia del suo forfait, ma il capitano granata, invece, aveva mantenuto la promessa.
Nel pomeriggio del 4 maggio, durante il viaggio di ritorno, in condizioni di scarsa visibilità per una nebbia fitta, il Fiat G.212 che trasportava la squadra, i dirigenti e i giornalisti si schiantò alle ore 17:05 contro il muro della Basilica di Superga, provocando la morte istantanea di tutte le trentuno persone a bordo.
Al riconoscimento dei corpi, svoltosi nella tarda notte, contribuì Vittorio Pozzo. I funerali, cui parteciparono oltre mezzo milione di persone, si tennero il 6 maggio; le salme furono portate a Palazzo Madama, da dove partì il corteo, proseguito fino al Duomo.
Palazzo_madama_funerali_grande_torino
Lo stesso giorno la FIGC proclamò il Torino campione d'Italia, a quattro giornate dal termine, approvando la proposta di Internazionale, Milan e Juventus.

Palmarès
Grande_Torino_1942-43
Una formazione del Torino 1942-43, prima squadra a fare la doppietta Campionato-Coppa Italia. Mazzola è il secondo in piedi da sinistra.

Scudetto.svg Campionato italiano: 5
Torino: 1942-1943, 1945-1946, 1946-1947, 1947-1948, 1948-1949


Coccarda Coppa Italia.svg Coppa Italia: 2
Venezia: 1940-1941
Torino: 1942-1943

Capocannoniere del campionato italiano: 1946-1947 (29 gol)
Capocannoniere della Coppa Italia: 1942-1943 (5 gol)
Riconoscimento alla memoria - Hall of fame del calcio italiano 2012


ValentinoMazzola

Tributo a Valentino
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Tributo al Grande Torino
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I funerali del Grande Torino
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